lunedì 8 ottobre 2012

Qualità vs quantità. Non è mai troppo tardi!



Non abbiamo bisogno di costruire di più ma di costruire meglio; recuperiamo il già realizzato e riportiamolo a nuova vita.
Porto avanti questa idea da anni e finalmente sembra (con i politici il dubbio è d'obbligo) che il Ministro alle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, abbia capito l'importanza di preservare i suoli agricoli,  e di recuperare il patrimonio edilizio rurale ereditato dai nostri avi, un'architettura necessaria ed essenziale e perciò genuina, rispettosa del Genius Loci e non figlia della moda e del vuoto manierismo denunciato da anni e descritto nei miei precedenti blog. La bellezza di un'architettura è rappresentata anche dalla sua capacità di assolvere al meglio alle funzioni per cui è stata realizzata. Ma il recupero soltanto dell'edilizia rurale a mio giudizio non risolve il problema. E' fondamentale la riqualificazione del tessuto storico, il tentativo di rendere attuali le architetture del passato attraverso le nuove tecnologie. Come ho già detto altrove, la pura contemplazione non appartiene all'architettura e l'unico modo per tenere "in buona salute" un edificio è abitarlo in modo continuativo.
Quando sono stato chiamato a far parte del gruppo di tecnici incaricati di redarre il P.U.C. (tra gli altri, anche l'amico Ing.Vincenzo Bufano), ho cercato di portare avanti questa idea non nuova ma ancora rivoluzionaria, specie in un certo sud.
Le tracce di questa "mia" concezione dell'urbanistica sono chiaramente visibili non solo nella redazione delle N.T.A. del C.S. di cui mi sono occupato in prima persona (con la speranza di poterle poi riversare in un Piano Colore che si è voluto stralciare dal Piano Generale per la sua complessità con l'impegno politico, non ancora mantenuto, di redigerlo separatamente in un futuro prossimo), ma anche nel regolamento per il fotovoltaico, per il quale mi è stato chiesto di fare da consulente (insieme all'ing Carmine Cancro) alla Commissione Ambiente. In questa occasione ho avuto ulteriore modo di ribadire la mia posizione in merito ad una legge nazionale che non regolamentava un bel niente ma che, al contrario, con la scusa di incentivare misure ed iniziative a favore del risparmio energetico, della salvaguardia dell'ambiente e della qualità della vita, non faceva altro che favorire la speculazione nel settore, con la conseguente perdita di colture anche di valore.
Fortunatamente ad Atena Lucana, anche grazie alla chiara posizione dell'Assessore all'Ambiente, nel 2011 siamo riusciti a impedire la realizzazione di almeno 2 inutili mega impianti, veri detrattori ambientali che avrebbero impedito con la loro presenza in una delle aree paesaggisticamente più belle del nostro territorio, la possibile realizzazione di altre opere meno invasive e più redditizie per tutta la comunità e non solo per pochi ricchi investitori.
Tale convinzione, recepita anche da parte del resto dei componenti la Commissione, ci ha permesso di prendere una decisione all'epoca impopolare ma che alla fine risultò tanto sensata e lungimirante da anticipare di oltre 6 mesi  l'analoga decisione del Governo di allora che decise di non rinnovare più gli incentivi per la realizzazione di impianti al suolo.
Il mio modesto parere, vista la quantità enorme di volumi già realizzati su tutto il territorio nazionale, è che il Governo di allora avrebbe dovuto prendere questa strada fin dall'inizio, puntando sulla realizzazione di tetti fotovoltaici prima che sull'occupazione indiscriminata di aree agricole, incentivando la loro realizzazione non solo sulle grandi superfici coperte degli edifici industriali ma anche su quelle dell'edilizia residenziale.
Ad Atena Lucana, sia nelle N.T.A. del C.S.  che nel Regolamento per il fotovoltaico nelle Zone Omogenee A, si è coerentemente optato per la realizzazione di coperture a coppi e a tegole fotovoltaiche, premiando poi con detrazioni fiscali ed agevolazioni varie (si pensò ad esempio a sconti sulla tassa sui rifiuti) coloro i quali avessero realizzato interventi sul patrimonio edilizio storico con l'obiettivo di migliorare la qualità dell'abitare anche attraverso la sostituzione delle coperture a tegole, in plastica o eternit..
Questo modo di intervenire a grande scala da un lato  avrebbe impedito la speculazione e lo scempio del territorio, mentre dall'altro avrebbe contribuito all'acquisizione di una vera mentalità ecologista, senza la quale non saremo mai un popolo che ama e che perciò rispetta l'ambiente.
Ma non è mai troppo tardi e oggi, più di allora, sono fiero di aver portato avanti tra mille difficoltà questa mia battaglia contro il cattivo utilizzo del suolo agricolo e a favore del recupero dell'edilizia storica. Assistere ai passi indietro della politica sui mega impianti al suolo e sentir parlare oggi di "soil sealing", di "retrofitting negli edifici" e di "sostituzione edilizia", mi convince ancora di più che non bisogna mai arrendersi quando si lotta per l'ambiente e la buona architettura e che si può e si deve fare sempre di più e meglio per il nostro territorio e per il pianeta in generale.
Nel caso specifico di Atena Lucana e del Vallo di Diano poi, sono sempre più convinto che il nostro futuro non è nel petrolio ma nell'agricoltura e nel turismo, che rappresentano possibilità di ripresa economica reali perché trovano la loro coerenza nelle opportunità rappresentate dalle bellezze paesaggistiche, ambientali e non solo, del Parco del Cilento e Vallo di Diano.
Si dice che il tempo è galantuomo e a 50 anni posso dire che è ancora il mio migliore alleato, perché sono quelli in mala fede che devono aver paura di esporre e difendere le proprie idee nel timore di essere smentiti dai fatti ed io non sono tra questi.

http://www.ediltecnico.it/10377/consumo-di-suolo-via-libera-del-cdm-al-disegno-di-legge/

http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/02/parte-il-censimento-degli-edifici-sfitti-e-inutilizzati-in-tutta-italia/

http://www.youtube.com/watch?v=h0egwgTr1D8&feature=player_embedded#!