lunedì 28 gennaio 2013

Una leggenda mari e monti

"Se abbiamo bisogno di leggende, che queste leggende abbiano almeno l'emblema della verità! 
Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori"
Voltaire

Altro argomento della storia di Atena ammantato di leggenda ma tramandato da alcuni come verosimile (se non addirittura come vero) ancora ai giorni nostri, è quello della torre fatta costruire da Roberto figlio di Luigi Sanseverino, nel XIV secolo, di cui parla lo storico Paolo Eterni, poi ripreso da vari altri autori nel corso degli anni a seguire, con troppa leggerezza.
Avevo già chiarito in un breve intervento la mia posizione in merito qualche tempo fa, in occasione di un mio precedente scritto sull'altra leggenda di Atena Lucana dura a morire e cioè quella dei “mangia signori” e in quel caso, citando la suddetta torre, la definii leggendaria proprio in relazione alla sua supposta smisurata altezza .
Purtroppo non sono soltanto gli atinati a credere ancora che potesse esistere una torre di così eccezionali dimensioni, ma molti autori del passato, alcuni anche piuttosto accreditati ed è proprio questo aspetto che mi spinge a chiarire in modo più dettagliato cosa renda la sua smisurata altezza, così come descritta, una fandonia.
In “Storia e produzione figurativa nel territorio del Vallo”di Antonio Braca sul quarto volume de “La storia del Vallo di Diano” e a pagina 248, a proposito di Atena, si legge: “[...] La posizione strategica dell'altura è alla base anche della morfologia urbana tipicamente medievale. Essa infatti nasce e si sviluppa con un sistema di anelli ellittici concentrici che hanno come centro il castello […] Molto probabilmente esso era parte integrante di un sistema difensivo più ampio e strategico che individua nel Vallo una posizione geografica di primaria importanza per la difesa di Salerno e della stessa Napoli. In questo contesto assume notevole valore la notizia riportata da Paolo Eterni, che ad una prima lettura potrebbe anche apparire esagerata. Lo storico del Vallo, nella sua descrizione del XVII secolo, riporta che il castello era munito di un'altissima torre dalla quale era possibile vedere non solo l'intero Vallo ma anche Salerno ed il mare [...]”. Nella nota: "P. Eterni in S. Macchiaroli, Diano e l'omonima sua valle. Ricerche storico archeologiche, Napoli 1868, ristampa Teggiano 1195, p.38
Anche in un testo recente si riporta quindi la notizia  che non viene smentita ma al contrario, in qualche misura accreditata, asserendo “ In questo contesto assume notevole valore la notizia riportata da Paolo Eterni, che ad una prima lettura potrebbe anche apparire esagerata”.
Che la torre di Atena dovesse essere alta e posizionata in un luogo alto perché senza alcun dubbio facente parte di un sistema di segnalazione visiva con altre postazioni collocate strategicamente su alture in contatto visivo tra di loro, non è in discussione. Quello che è invece rischia di dare credibilità una notizia che a me appare esagerata non solo alla prima ma anche alle successive letture, è che da questa torre si potesse addirittura vedere la marina di Salerno, tanto era alta.
Del resto Antonio Braca non è il primo e purtroppo nemmeno l'ultimo dei tanti che hanno creduto e che ancora oggi credono a quanto asserito da Paolo Eterni La notizia tra l'altro era stata già da tempo messa in dubbio in modo secco e perentorio dallo stesso Michele La Cava. a pagina 63 del suo testo “Istoria di Atena Lucana”, in cui lo stesso scrive: “A luigi Sanseverino succedette Roberto suo figlio, il quale fece edificare in Atena una torre altissima”. E al fondo della stessa pagine, alla nota 1 precisa: “.Alla quale si annette la favola riportata da varii scrittori, che dai merli di questa torre si fosse veduto il mare del golfo di Salerno. Quantunque sia stata l'elevazione di questa torre, giammai dalla sua cima poteva vedersi la marina di Salerno.”
Gli scrittori a cui si riferisce li riporta alla fine del suo testo al CAPO VII che ha per titolo “Autori che parlano di Atena”.
Riporto fedelmente, limitandomi soltanto ai passi concernenti la torre, quanto contenuto nel testo citato. 
Mandelli – Lucania, ms.- Atena Metropoli degli Atenati Vol. 2 pag. 275 “[…] Il sito è intorno ad una collina, che sopra delle altre, le quali sorgono dalla valle, alquanto si innalza; nella di cui più alta cima fu edificato un castello, hora diruto. Eravi nel mezzo un'alta torre, dalla quale si discopriva, come dicesi, il mar tirreno, quinci lontano intorno a...miglia: [...]
Troyli – Istoria Generale del Reame di Napoli, Tomo 1°, parte 2, pag 163 “[…] Si pregiava aver nel mezzo, qual corredata, ed inespugnabile fortezza una superbissima Torre, che ben meritava d'annoverarsi fra le prima d'Italia, perciocché dalla vetta di essa si vedva il mare avanti la città di Salerno. Ciò sembra un'iperbole; ma se prestar fede si vuole credenza a Paolo Eterni, scrittore oltramondano non già, ma di questa nostra Comarca, che vivea nel tempo appunto, che Giambattista Caracciolo, morto nell'anno 1620, Feudatario di un tal borgo, e padre di Giuseppe primo signore di Atena, la ispianò, per fare altri suoi edifizii [...]
Giuseppe Albi-Rosa – L'osservatorio degli Alburni sulla valle di Diano, ossia descrizione istorico-topografica della medesima.”[...]Passato poi tal pese sotto il feudalesimo, la famiglia Sanseverino è stata una delle più nobili dominatrici di esso, ed i Sanseverini furono, che v'ingrandirono un'antichissima Rocca, al mezzo della quale si scorgeva una delle più sontuose torri di Italia. L'altezza di questa torre era smisurata, talché dalla sommità osservavasi la marina di Salerno, 44 miglia distante […] Segue nota (1) ”di questa torre ne fa chiara menzione l'Eterni, il quale ai tempi suoi, la vidde diroccare da un Principe di Atena, che pensò di ingrandirvi l'attuale palazzo del Castello col materiale della demolita fortezza.
Macchiatoli – Diano e l'omonima sua valle - “[…] (Omettiamo di riportare quello che l'Eterni dice dell'alta Torre di Atena) […] In mezzo ad essa, nel luogo detto ancora oggidì castello, s'innalzava una grande torre, che ritenevasi per una delle più belle d'Italia”.
Del resto un chiaro riferimento lo troviamo anche in G. B. Curto nel suo Notizie Storiche sulla distrutta città di Atinum Lucana dai tempi incerti fino al secolo XIX dice a pag. 32 “Se non che, durante il medioevo, e quando sursero le famiglia baronali, la Sanseverino che dominò in Atena, cercò di abbattere la rocca quadrata, riducendola a Castello, in mezzo al quale altissima torre rotonda essa famiglia fece costruire, ora distrutta dal tremuoto, rimandodovi le sole vestigia del castello, ridotto ad abitazione.
Quello che appare evidente fin da subito è che tutti gli autori citati riportano quello che solo lo storico Paolo Eterni ha visto o meglio, dice di aver visto.
Oltre agli autori precedentemente citati,
in http://www.icastelli.it/castle-1237560287-castello_di_atena_lucana-it.php
troviamo quanto segue: Nel 1339 Luigi Sanseverino e quindi suo figlio Roberto che fece edificare una torre altissima che secondo la quale si intravedeva la marina di Salerno. Di questo non ne siamo certi ma sta il fatto che di sicuro sia esistita, ne parla anche lo storiografo sanrufese Paolo Eterni, che la vide demolire per opera di Gianbattista Caracciolo per la costruzione dei suoi edifici. Altissima e cilindrica, svettante su Atena per ben 200 anni, è rimasta nei documenti scritti, perduta nel ricordo popolare.”
Le poche notizie reperibili sullo storico
in http://it.wikipedia.org/wiki/San_Pietro_al_Tanagro 
concordano nel dire che Paolo Eterni fosse di San Rufo e del XVII mentre la costruzione di Palazzo Caracciolo (che, detto per inciso è nell'attuale Piazza Vittorio Emanuele e non all'interno delle mura del castello, come erroneamente riportato da Giuseppe Albi Rosa) risale alla fine del XVI secolo, come riportato anche
in http://www.icastelli.it/castle-1237560287-castello_di_atena_lucana-it.php 
Qui si legge: “Nel 1576 prendono possesso della terra di Atena i Caracciolo, marchesi di Brienza, che otterranno nel 1639 il titolo di principe sobra la tierra de Atina. I Caracciolo resteranno principi di Atena fino all'abolizione della feudalità e l'ultima esponente, la principessa Giulia Caracciolo donerà al nipote Luigi Barraco il palazzo costruito dal suo avo Giambattista nel XVI secolo.”
Considerando la particolare gravità dell'evento sismico del 1561 conosciuto, sebbene impropriamente, come “Terremoto del Vallo di Diano” (riportato in M.Bonito - Terra Tremante. Arnaldo Forni Editore-Ristampa anastatica 1980 dell’edizione originale, Napoli , 1691.), credo sia lecito supporre che lo smantellamento del castello operato dal Caracciolo, torre compresa, sia stato più verosimilmente un recuperare e ricollocare opportunamente e diligentemente materiale di un'opera di difesa ormai obsoleta in un luogo ormai inutilmente inaccessibile e, con molta probabilità, già diroccata o comunque seriamente compromessa nella sua stabilità. 
Le notizie fornitemi da Francesco Magnanti riguardo alla venuta alla luce del testo «Descrizione della Valle di Diana, e Castelle ivi poste e loro Signori» di Paolo Eterni, tradotto dal professore Vittorio Bracco come riportato anche in:
http://www.centrostudivallodidiano.it/ViewCategory.aspxcatid=1fe2d72e96d74da5bc79538421d624fc fanno poi risalire la sua scrittura a non prima del 1606, quindi almeno 25 anni dopo il termine dei lavori di costruzione del palazzo, un lasso di tempo abbastanza lungo (e ancor di più 1561-1606) da farmi venire qualche dubbio sulla reale possibilità che l'Eterni abbia visto la torre in tutta la sua altezza. 
Non è questo però il dato storico che vale la pena confutare, bensì quello riguardante l'effettiva altezza della suddetta torre e se fosse mai possibile che dalla sommità osservavasi la marina di Salerno, 44 miglia distante”.
Innanzitutto cominciamo col dire che la distanza in linea d'aria tra Atena Lucana e la zona Salerno- Vietri, calcolata con l'ausilio di un apposito software, risulta essere di circa 71 chilometri, lunghezza che conferma quelle 44 miglia riportate nei testi citati. Infatti, se dividiamo la distanza di 71 chilometri ottenuta con il software per la lunghezza del miglio internazionale, che equivale a 1,609344 chilometri, otteniamo che a separare Atena Lucana dalla marina di Salerno è appunto una distanza di 44,1173546488507 miglia.
Alla luce di questi dati credo sia quantomeno naturale dubitare che, anche potendosi scorgere la marina di Salerno dall'alto di questa torre, ci potesse essere stata la possibilità, ad occhio nudo o con l'ausilio di un qualsiasi strumento ottico conosciuto a quell'epoca, di distinguerla ed identificarla come tale.
Al di là di queste considerazioni sulla possibilità di distinguere chiaramente un oggetto in rapporto alla distanza che lo separa dall'osservatore, considerazioni valide solo quando la visuale non è impedita da alcun ostacolo, è necessario fare altre e ben più scientifiche considerazioni. Tenterò di rendere di più immediata la comprensione dei passaggi del mio ragionamento anche attraverso l'ausilio di alcune immagini e qualche dato altimetrico.
In questa prima immagine si vede una retta che congiunge Atena Lucana a Salerno. In basso a sinistra dell'immagine si legge la distanza in linea d'aria tra i due suddetti punti e che risulta essere pari  a 71 chilometri, ovvero 44 miglia. In questa immagine si vede anche come tale direttrice tra Atena Lucana e la marina di Salerno passi tra i comuni di Castelcivita e Postiglione e come quest'ultimo comune ne sia quasi lambito.


In questa seconda immagine si vedono poi in dettaglio le altezze dei Monti Alburni compresi tra i suddetti comuni e, così come evidenziate dai cerchi rossi, come queste montagne sembrino formare una “barriera” naturale continua tra le località suddette di Castelcivita e Postiglione. Proprio in prossimità di quest'ultimo comune abbiamo le vette più alte e quindi possiamo concludere, con buona approssimazione, che la direttrice tra il castello di Atena e la marina di Salerno, intercetta altitudini intorno ai 1400 metri.


In quest'ultima immagine, ho schematizzato al CAD i dati ottenuti dalla ricerca sul territorio e, sulla scorta di questo schema, ho fatto alcune considerazioni che ritengo di una certa importanza, se non altro per chiarire una volta per tutte la veridicità di quanto detto dai vari autori del passato e fino ai giorni nostri, sull'altissima torre fatta costruire dai Sanseverino. 


  • L'altezza del sito del castello di Atena è di circa 660 metri sul livello del mare (dato reperito dall'aerofotogrammetria del 2004);
  • L'altezza dell'ostacolo visivo, la cima delle montagne, è intorno ai 1400 metri (dato reperito da Google maps)
  • La distanza tra la marina di Salerno (posta a sinistra dello schema ad altitudine zero) ed Atena Lucana (altezza castello posta a destra dello schema, pari a metri 660) è, come già detto, di complessivi 71 chilometri, così divisi: distanza tra Atena e i rilievi montuosi pari a Km 21 e distanza tra i suddetti rilievi e la marina di Salerno, Km 50 (distanza ricavata da Google maps)
Il primo dato su cui bisogna riflettere è la differenza di altitudine tra il sito del castello di Atena, nella sua parte più alta e l'ostacolo rappresentato dalle cime della catena montuosa, ubicate a 21 chilometri da questo ed alte non meno di 1400 metri lungo la direttrice tracciata tra i punti A (Atena Lucana) e B (Salerno). Un osservatore posto ad un'altezza pari a quella dell'oggetto, ovviamente opaco, che gli impedisce la visuale, può vedere oltre l'ostacolo soltanto tutto ciò che è posto in linea retta oltre l'ostacolo e, inutile precisarlo, quello che è posizionato più in alto dell'ostacolo stesso. Quello che invece è posizionato in basso, oltre l'ostacolo rappresentato dalla montagna, è nascosto alla vista dell'osservatore stesso poiché  non è possibile guardarvi attraverso.
In sintesi, un osservatore dalla cima della torre di Atena, anche ammettendo per la stessa l'altezza impossibile di 740 metri (1400-660=740), avrebbe in ogni caso potuto vedere soltanto l'orizzonte oltre gli ostacoli situati tra lui e la marina di Salerno, rappresentati appunto dalle vette degli Alburni. Non avrebbe invece potuto vedere un sito sul mare ubicato 1400 metri più in basso delle vette e ad  "appena" 50 chilometri oltre le montagne.
Per semplificare il concetto, nello schema ho collegato idealmente un punto qualsiasi dello specchio d'acqua antistante Salerno, con una cima degli alburni alta 1400 metri, per poi intercettare con il tratteggio, la verticale che parte dal sito del castello di Atena Lucana.
L'altezza dal suolo del punto d'incontro delle 2 rette è di 1990 metri.
Questa l'altezza minima a cui dovrebbe trovarsi in Atena Lucana, un ipotetico osservatore (con una vista da falchetto), per vedere la marina di Salerno. Sottraendo all'altezza del punto d'intersezione suddetto, quella del sito del castello, otteniamo un'altezza della torre "vista" da Paolo Eterni, non inferiore a 1330 metri, in quanto 1990-660=1330.  
Trovo il dato tanto ridicolo quanto non degno di ulteriori commenti, soprattutto tenendo conto che a quei tempi non era stato ancora inventato né l'ascensore, né il citofono e che non doveva certo avere vita facile la vedetta assegnata alla postazione, il cui compito era principalmente avvertire dell'avvicinarsi di un pericolo. 
Mi dilungo però a riportare, in chiusura, i seguenti dati, realmente attendibili:

  • l'edificio storico più alto, che è il Torrazzo di Cremona, terminato nel 1309 è alto poco più di 112 metri ed ha 502 gradini; 
  • l'edificio attualmente più alto del mondo (costruito non certo con calce e mattoni o pietra) è il Burj Khalifa, un grattacielo terminato nel 2010 a Dubai, negli Emirati Arabi, alto “appena” 828 metri.

Sebbene sia lungi da me l'intenzione di voler screditare o mettere in dubbio minimamente le capacità o la preparazione di questi studiosi in materia più loro che mia, è nondimeno opportuno evidenziare il rischio che si corre a dar credito senza discernimento e a fare da cassa di risonanza con troppa leggerezza a talune notizie "storiche". Nel caso della notizia data da Paolo Eterni, l'averla riportata in vari testi e da vari autori senza alcun discernimento (fatta eccezione per il solo La Cava), ha ovviamente concorso a diffondere, soprattutto tra il popolo atinate, un ulteriore falso storico.

Tutto questo, sempre nella speranza di essere stato di qualche aiuto all'università di Atena.


© Arch. Angelo Sangiovanni
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